Caterina Segurana

Mi sono imbattuto in Caterina Segurana, eroina della resistenza di Nizza all'assedio del 1543, commissionato da Francesco I° Re di Francia, ma attuato dai Turchi guidati dal Barbarossa, anni fa nell'Enciclopedia Britannica, ancor prima di trovarne tracce nel capoluogo delle Alpi Marittime francesi.

Della combattiva popolana si sostiene anche la genesi leggendaria.

Invero, nei documenti di encomio rilasciati dal Savoia subito dopo la liberazione di Nizza non si fa menzione di Caterina. Il primo a parlarne é il sindaco Pastorelli agli inizi del secolo successivo.

Sono diverse le versioni, quasi tutte pittoresche, di come la Segurana, talora in nizzardo chiamata anche Maufaccia, il che non é proprio un complimento, desse ai difensori il segnale della riscossa. Qualsiasi fosse l'oggetto contundente (lascio indeterminato il battoir in cui mi sono imbattutto) con cui iniziò la pugna, si tramanda che stese con armi raccolte sul campo di battaglia diversi nemici già penetrati nella mura della Cittadella. E che dileggiasse i turchi ormai in fuga, mostrando loro “una parte carnosa della sua anatomia”.

In diversi, a partire dal Seicento, con una particolare insistenza in epoca napoleonica e dopo il 1860, con Nizza francese, insomma, parlarono di Caterina. Anche in versi. E la città oggi la ricorda in diversi luoghi. Wikipedia aggiunge che ella é “l'espressione di un forte sentimento patriottico ed identitario”.