I San Sebastianin.

Oggi [20 gennaio 2019 a Camporosso (IM)] una processione di vecchi e bambini percorrerà le strade, seguendo un grande alloro abbattuto, il quale prima viveva in cima alla collina, vicino ad una ex chiesa benedettina. E da lassù dominava la valle.

Gli ultimi settantenni con le mantelle vinaccia, sopra un camice bianco, trattenuto da cordoni, che ondeggeranno pericolosamente insieme all’alloro, cercheranno di tenerlo in equilibrio. La banda darà sollievo e ritmo. Oggi finirà dopo essere ridotto ad un albero natalizio, con ostie colorate, dietro offerta, nelle case dei pochi credenti e come oggetto apotropaico nelle altre. Raccoglierà la polvere di tutto un anno per finire nel fuoco purificatore.

Nella mia memoria non ricordo di aver mai partecipato. Vivevamo ben fuori paese. Campane e musica avvisavano l’arrivo. Guardavamo dal nostro punto di osservazione nella curva di ritorno.

Mio padre per anni ha “allevato” allori per San Sebastiano. Mia madre soffriva ad ogni taglio. Nella nostra casa, come segno di riconoscenza dei San Sebastianin, un ramo pendeva senza produrre molti effetti positivi. Non avevamo molta fede. Mi è venuto in mente che per un paio d’anni i due portatori storici erano stati, non so se oggi esonerati per limiti d’età, due comunisti. Un ex sindaco di un altro paese e un ex sindacalista di un’altra provincia. I democristiani masticavano tra una Ave Maria e un pettegolezzo come gregge all’abbeverata.

di Gridellino